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Il Discepolo Italiano

Samuel Hahnemann (1755 - 1843)

Ho avuto la grande fortuna di incontrare sul mio percorso di formazione il prof. Antonio Negro nel 1992, iniziando a frequentare la scuola S.I.M.O.H. da Lui diretta. Studiavo omeopatia già dal 1987, guidato da un altro grande omeopata, il suo allievo dr. Mohamed Baha’ El-Din Ghrewati,  il quale con squisita disponibilità mi ha sempre permesso di frequentare i suoi ambulatorii a Milano e a Laigueglia. Un giorno il dr. Ghrewati mi dice che sono pronto a frequentare una vera scuola di Omeopatia dicendomi (testualmente): “… se vuoi scherzare con l’Omeopatia vai dove vuoi, se invece la vuoi studiare seriamente vai a Roma dal prof. Negro, oppure puoi andare in Argentina dal prof. Paschero, o in Messico dal prof. Ortega”. Scelsi Roma…

Ho assistito a Roma a delle vere lezioni magistrali di un Maestro innamorato di quest’Arte Mirabile. Visto che iniziavo la scuola con già un percorso di formazione alle spalle, mi fu concesso fin dal primo anno di frequentare anche l’ambulatorio e assistere alle visite del prof. Negro. Quattro anni di praticantato indimenticabili al fianco del più straordinario clinico che io abbia mai frequentato. Una volta finita la scuola mi è capitato di “bussare” più volte – ad Alassio – alla porta dello studio del prof., trovandolo sempre disponibile per chiarimenti e indicazioni di percorso. La mia copia dell’Organon reca una sua dedica che custodisco nel cuore prima che sul testo: “Legga e mediti il contenuto dell’Organon di Hahnemann, scoprirà il significato della Vera Vita”.

In termini di pratica clinica, il grande regalo che il prof. Negro ha lasciato all’Omeopatia è stato quello di aver introdotto la Diagnosi Costituzionale Biopatografica, geniale visione correlazionistica tra i dati anamnestici e quelli fisiognomici del paziente osservato. Questa, insieme alla Diagnosi Miasmatica (per la quale ogni omeopata dovrebbe ringraziare in particolare il prof. Ortega) e ad una attenta valutazione dei sintomi più intimi, personali, particolari (dove un altro grande Maestro, il prof. Paschero, ha lasciato indicazioni precise), consente all’Omeopata di procedere “per la via più breve, più fidata…secondo motivazioni chiaramente comprensibili” all’individuazione del rimedio Simillimum, scopo di ogni autentica visita omeopatica.

Antonio Negro nasce ad Alassio il 17 giugno 1908 da Francesco Domenico, artigiano e Tommasina Massardo, casalinga. Dopo aver frequentato il liceo classico presso il collegio salesiano Don Bosco, consegue la maturità nel 1929. All’età di dodici anni avviene il primo ‘incontro’ con l’omeopatia grazie al dottor Dante Biscella, un medico milanese allievo del dottor Constantine Hering, tra i padri della medicina omeopatica statunitense. Biscella guarisce Antonio dall’influenza spagnola e lo avvicina alle opere di Samuel Hahnemann, fondatore dell’omeopatia. Qualche anno dopo Negro si iscrive alla Facoltà di medicina e Chirurgia dell’Università di Genova e inizia a seguire le lezioni di Nicola Pende. Il 4 luglio del 1935 si laurea in Medicina con una tesi in Dermatologia (105/110). Superato l’esame di Stato a Roma, inizia a collaborare con il dottor Pende: nel 1938-39 è assistente dirigente della Casa di cura e del gabinetto scientifico dell’Istituto termale di Chianciano.

Antonio Negro - Policlinico Umberto I

Antonio Negro – Policlinico Umberto I

L’incontro con Dante Biscella e Nicola Pende sono decisivi per la formazione scientifica e professionale di Antonio Negro il quale, non a caso, presenta il proprio approccio clinico all’omeopatia come la concretizzazione delle teorie di Pende (già allievo di Giacinto Viola, teorico del costituzionalismo medico). Nel 1936 è assistente volontario presso l’Istituto di patologia speciale medica al Policlinico Umberto I di Roma, dove resterà fino al 1950. Nel giugno 1940 è chiamato alle armi e assegnato come sottotenente medico presso il comando dell’ospedale militare di Cagliari, qualche mese dopo viene trasferito a Roma, nel Reparto ufficiali feriti dell’ospedale militare del Celio. Terminato il secondo conflitto mondiale, torna a coprire il posto di assistente incaricato. L’8 dicembre 1943 sposa Clara, dalla quale ha due figli: Francesco Eugenio, medico omeopata e attuale presidente della Fondazione Negro, e Paolo, ordinario di Chirurgia generale e specialistica presso l’Università La Sapienza di Roma.

 L’approccio omeopatico

Agli occhi di Antonio Negro, l’omeopatia appare come l’evoluzione continuativa iniziata nel segno del similia similibus curantur di Ippocrate e conclusa nel costituzionalismo e nella biotipologia di Pende:  “…il vero progresso sarà ottenuto sol quando si cercheranno, nel concetto ippocratico-omeopatico posto di fronte allo studio patologico individuale, le capaci corrispondenze medicamentose.” (L’omeopatia…, 1951, p. 11). Questa combinazione è definita scienza medica dell’individuale, sintetizzata nel trinomio biotipo-malattia-rimedio, riflesso dell’idea dell’uomo-individuo come unità indivisibile “di materia corporea, di anima e di spirito, di divina origine, per cui tutte le manifestazioni vitali di questa totalità sono sempre fisiche e psichiche al tempo stesso.” (Pende, 1958, p. 4). In questi termini, il “pensiero omeopatico è naturalistico, storicistico, biologico e anche religioso, rivela il concetto dell’uomo persona e il significato dell’origine secondo la legge universale.” (Biotipopatogenesi…, 1981, p. 11).

A riprova di ciò, la pratica terapeutica di Negro è caratterizzata da una forte dimensione religiosa ed è segnata da un serrato dialogo con il paziente, concepito come strumento necessario alla comprensione della “persona umana nella sua ontogenesi di biotipo, attraverso lo studio della sua morfologia e della psicogenesi personale.” (I veri principi…, 2006, p. 16). Il suo approccio ripropone l’impostazione dello stessso Hahnemann, integrata con la clinica biotipologica di Pende e una lettura in chiave religiosa che ha come autori di riferimento Agostino d’Ippona e Theillard de Chardin. Partendo da orientamento pluralista, Negro si avvicina gradualmente ad un’omeopatia di tipo unicista: un rimedio unitario capace di agire a 360° sulla realtà biologica del malato.

 L’attività universitaria

Nel 1948 consegue l’abilitazione alla libera docenza in Scienza dell’ortogenesi e a partire dal 1951 avvia un corso universitario mantenuto ininterrottamente fino all’anno accademico 1987-88, ma i libretti universitari delle lezioni documentano un suo impegno attivo fino all’anno accademico 1990-91. Istituisce inoltre il primo corso triennale di Medicina Omeopatica Hahnemanniana, svolto con continuità fino al 2010, aperto a tutti i laureati in medicina e chirurgia e ospitato presso la sede di S. Lorenzo in Miranda del Nobile collegio chimico farmaceutico Universitas Aromatariorum Urbis.

Nel corso delle lezioni Negro espone fedelmente le teorie costituzionaliste di Pende e dedica un’attenzione speciale alla biotipologia come scienza esplicativa dei problemi della crescita, dell’eredità e delle patologie croniche deformanti. Verso la fine degli anni ‘50 le lezioni cominciano a concentrarsi sull’omeopatia e poi sull’eugenetica. Il corso dell’anno 1958 è dedicato a Ortogenesi e medicina preventiva; da allora in poi il tema della prevenzione, intesa come ‘eugenetica positiva’, centrata sulla generazione e sui problemi della crescita infantile, si ripresenta sino alla fine degli anni ‘80. Nel lessico di Antonio Negro eugenetica equivale all’attitudine propria dell’atto omeopatico impiegato in gravidanza, teso a intervenire sui fattori epigenetici, per attivarli e modificarli rispetto ai fattori patogenetici ereditari.

 La divulgazione dell’omeopatia in Italia

Sin dagli anni ’30 investe tempo e impegno sull’istituzionalizzazione dell’omeopatia nella Penisola, prendendo parte alla costituzione del Centro Omeopatico Romano (COR), attivato nel 1932 da Riccardo Galeazzi Lisi, e partecipando alla Prima adunanza omeopatica italiana promossa dal COR, in cui vengono poste le basi del Congresso internazionale di omeopatia organizzato 1941. Nel 1939 è nominato direttore del Centro, ed è tra i fondatori dell’Associazione Omeopatica Italiana (AOI), sorta dall’unione della Associazione Nazionale Omeopatica Italiana (ANOI) e del COR, del quale diviene vicepresidente.

Nel 1953 è socio fondatore e presidente della Accademia Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana e, qualche anno dopo, presiederà il primo Congresso nazionale di medicina omeopatica, organizzato in collaborazione con l’Istituto di genetica e gemellologia Gregorio Mendel della facoltà di medicina e chirurgia de La Sapienza. Negro diviene inoltre presidente del Centro Ippocratico Hahnemanniano Italiano (CIHI), poi associato all’Istituto di Medicina Omeopatica (IMO). La creazione di questo istituto è legata all’ingresso dell’omeopatia sul mercato, all’avvio della commercializzazione dei prodotti omeopatici e alla conseguente distribuzione nelle farmacie.

LUIMO Nel 1970 fonda a Napoli il Centro di Medicina Omeopatica Napoletano (CEMON), e nel 1976 la Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica (LUIMO), insieme ad Adele Alma Rodriguez, all’argentino Tomas Paschero e al messicano Proceso Sanchez Ortega. L’Istituto Superiore di Sanità nomina la LUIMO membro della Commissione Medicina Omeopatica. Nel ‘72 l’ambulatorio romano dell’IMO si trasforma nella Società Ambulatori di Medicina Omeopatica (SAMO) di cui Negro assume la direzione sanitaria. Nel 1979 entra a far parte della Commissione di esperti nominata dal Consiglio Superiore della Sanità, per stabilire i controlli da svolgere sui materiali omeopatici diretti alla terapia.

Nel 1991 si stacca dalla LUIMO, si dimette dal CEMON, affida la direzione della SAMO al figlio Francesco Eugenio e fonda la Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana (SIMOH), che dirigerà fino alla termine della sua vita. Nel 1993 è promotore della collana editoriale ‘Similia similibus curentur’, mentre nel 2006 crea il Museo dell’Omeopatia-Archivio Storico, con sede a Roma, a piazza Navona.

I pazienti illustri

Negro è  stato consulente medico omeopatico di Papa Pio XII e di Papa Paolo VI, che nel 1964 lo ha insignito dell’onorificenza dell’Ordine di Gregorio Magno; è stato inoltre medico personale di Oscar Luigi Scalfaro e saltuariamente anche di Sandro Pertini, che nel 1984 gli ha conferito il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Due anni dopo, Francesco Cossiga gli ha attribuito il titolo di Cavaliere di Gran Croce.

Morì a Roma il 25 marzo 2010, e fu sepolto nella tomba di famiglia ad Alassio accanto alla moglie e ai genitori.”

  • L’ omeopatia. Relazione, discussione e aggiornamento, Roma 1951;
  • La realtà omeopatica, ibid. 1960;
  • Biotipopatogenesi miasmatica omeopatica, in ‘Rassegna di medicina omeopatica’, aprile-giugno 1981, n. 2, pp. 6-14;
  • Medicina omeopatica, in ‘Istituto Superiore di Sanità, Rapporti Istisan, 85/11, Roma aprile 1985;
  • I veri principi della medicina omeopatica hahnemanniana, in ‘Rassegna italiana di medicina omeopatica’, I (luglio-dicembre 2006), 1, pp. 9-30;
  • Verità omeopatica (1991), in ‘Bibliografia omeopatica italiana’, Milano 2007 (pubblicata con il figlio Francesco Eugenio), pp. 91-95.