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Mentre una singola persona è un intrico incomprensibile, nell’aggregato diventa una certezza matematica. O così dicono le statistiche.

Sir Arthur Conan Doyle

di: Redazione SIMOH

Fonte: SIMOH

Tra le cosiddette medicine non convenzionali l’utilizzo della medicina omeopatica da parte della popolazione mondiale è sempre in continuo aumento, come dimostrano le più recenti indagini statistiche.

Ma come può essere definita la medicina omeopatica?
L’omeopatia è la disciplina medica neoippocratica teorizzata e codificata, oltre 250 anni fa, dal medico tedesco Samuele Hahnemann a partire dai risultati della sperimentazione farmacologica su uomo sano di sostanze opportunamente diluite e dinamizzate.

Dallo studio di questi dati ottenuti ad alte diluizioni, l’omeopatia ricerca e determina i criteri fisiopatologici unitari propri dell’individualizzazione clinica del singolo malato, giungendo, per conseguenza, alla personalizzazione della terapia, secondo il principio ippocratico della legge di similitudine: similia similibus curentur.

Alcuni dati sull’omeopatia:
In Europa più di 100 milioni di persone utilizzano l’omeopatia.

300 milioni nel mondo e in più di 80 Paesi.

In Italia sono circa 9 milioni, ossia il 14% della popolazione.

Più di 20 mila medici italiani prescrivono almeno una volta all’anno medicinali omeopatici. Erano 12 mila nel 2006 (Eurispes).

E sono circa 4 mila i medici che la esercitano con più regolarità.CURE-OMEOPATICHE

L’82% degli italiani conosce i medicinali omeopatici. 1 italiano su 6 (ovvero 7 milioni di italiani adulti) li ha utilizzati nell’ultimo anno e il 2,5% della popolazione ricorre alle terapie omeopatiche in modo continuativo.

Chi si rivolge all’omeopatia?
Scelgono l’omeopatia soprattutto le donne (dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna – Ottobre 2013), nella fascia d’età tra i 25 ed i 54 anni, laureate, appartenenti al ceto medio-alto e residenti in Italia nelle Regioni del nord- est e al centro.

La scelta medica omeopatica è fatta in modo esclusivo dal 17% degli utilizzatori di rimedi omeopatici, mentre il 73,5% la associa ai farmaci convenzionali.

Circa il 73% di chi la utilizza con regolarità dichiara di essere rimasto molto soddisfatto dei benefici ricevuti (dati Ottobre 2013).

Nel 2007, secondo ISTAT, i soddisfatti erano 71,3% e il dato di soddisfazione nei confronti dell’omeopatia, confrontato anche rispetto ai periodi 1999-2000, 2004-2007, si mantiene pressoché costante.

Nella Regione Lazio il giudizio positivo di chi già ricorre alla medicina omeopatica è del 94,9% .

Oltre il 61% degli italiani vorrebbe che il proprio medico di base gli fornisse maggiori informazioni su questo metodo terapeutico. Il 26% dei consumatori desidera, inoltre, un crescente ruolo informativo da parte del farmacista nella diffusione di informazioni sull’omeopatia.

La fiducia nell’omeopatia:
Negli ultimi anni la fiducia nei confronti dell’omeopatia è cresciuta sensibilmente, motivo per cui i rimedi omeopatici sono sempre più presenti nell’armadietto dei medicinali delle famiglie italiane.

Nello specifico, la notorietà dell’omeopatia è cresciuta grazie al passaparola. Il 46,7% degli utilizzatori di farmaci omeopatici, infatti, ha dichiarato di essersi fidato del consiglio di amici e parenti, i quali una volta verificata la validità terapeutica del medicinale omeopatico, lo hanno consigliato.

Per quali ragioni mediche ci si rivolge all’omeopatia:
Oltre il 60% degli utenti che si rivolgono all’omeopatia sono pazienti cosiddetti complessi (dati SIMOH), ossia affetti da più patologie ad andamento cronico, presenti contemporaneamente nello stesso individuo: pazienti con una storia terapeutica multi-farmacologica importante, segnata da frequenti ricadute cliniche o da malattie non rispondenti ai trattamenti farmacologici convenzionali specifici.

Secondo i dati della letteratura scientifica internazionale, le situazioni cliniche trattate più frequentemente con l’omeopatia riguardano:

  • allergie respiratorie o dermatologiche di vario grado;
  • disturbi funzionali e/o organici dell’apparato gastrointestinale;
  • malattie ostetrico-ginecologiche;
  • malattie otorinolaringoiatriche;
  • malattie dermatologiche;
  • sindromi infiammatorie (inclusa reumatologia);
  • malattie respiratorie;
  • disturbi circolatori;
  • cefalee;
  • disturbi di origine traumatica. 

Circa 1⁄4 dei pazienti sono bambini di età inferiore o uguale a 14 anni, che ricorrono al trattamento omeopatico soprattutto per curare malattie acute recidivanti delle alte vie respiratorie.

teenager-300x122Omeopatia, medicina di prima scelta:
Da recenti stime del Royal London Homeopathic Hospital, emerge che l’omeopatia è una medicina di prima scelta nelle patologie acute più diffuse come:

  • quelle delle vie respiratorie,
  • del sistema vascolare,
  • dei disturbi gastrointestinali e della pelle,

come pure delle affezioni allergiche e delle varie forme dei disturbi d’ansia.

Ma le affezioni croniche recidivanti sono quelle dove l’omeopatia esprime al massimo la sua potenzialità di intervento.

I costi sanitari:
In Italia, di fatto, i medicinali omeopatici sono tutti acquistati direttamente dal cittadino, che così si prende cura della propria salute senza gravare sul Servizio Sanitario Nazionale.

Le medicine non convenzionali in genere e l’omeopatia in particolare riducono, quindi, la spesa sanitaria e allungano la vita? A sostenerlo è uno studio pubblicato nel 2012 sulla rivista European Journal of Health Economics e costi-sanitari-300x138condotto da due ricercatori olandesi, Peter Kooreman ed Erik W. Baars dell’università di Tilburg.

I ricercatori hanno analizzato i dati assicurativi di circa 150 mila persone in un periodo di tempo che va dal 2006 al 2009. Gli studiosi hanno confrontato in particolare il costo del medico di medicina generale, le cure ospedaliere, la spesa farmaceutica e quella per attività paramediche, le date di nascita e morte degli assicurati.

Dall’analisi è emerso che i pazienti dei medici che hanno maturato anche una formazione in medicina non convenzionale, presentano un tasso di mortalità inferiore fino al 30% ed una analoga riduzione della spesa per le cure, con percentuali che cambiano in relazione alla fascia di età e al tipo di medicina complementare utilizzata.

Per i ricercatori olandesi la minor spesa sanitaria è attribuibile ad un numero inferiore di ricoveri ospedalieri e ad un ridotto ricorso a medicinali da prescrizione. In altre parole, i medici formati nelle medicine non convenzionali tenderebbero a privilegiare la prevenzione e a promuovere la salute piuttosto che ricorrere a trattamenti farmacologici intensivi senza ragioni motivate.

Alcune note conclusive:
E’ necessario precisare che le informazioni che vengono qui fornite costituiscono solo l’elaborazione di dati messi a disposizioni da vari fonti (organismi nazionali ed internazionali, pubblici e privati), con lo scopo di porre in evidenza la rilevanza sociale o economico/commerciale, relativa alla pratica della medicina omeopatica.immagine-naturopatia3-300x225

Queste informazioni sull’omeopatia non consentono di indagare né l’ambito clinico, né le metodologie applicate, né la loro corretta corrispondenza alle rigorose e ben codificate procedure sperimentali di tradizione hahnemanniana e pertanto non possono costituire un dato reale e certo dello sviluppo della medicina omeopatica hahnemanniana in Italia e nel mondo, ma solo una panoramica fotografica che attesti quanto viene praticato oggi in campo medico sotto il nome (spesso abusato) di ”omeopatia”.

E’ necessario, infatti, tenere ben presente che una parte della pratica sanitaria che oggi opera sotto il nome di ”omeopatia”, travalica spesso i dettami della medicina omeopatica stessa, modificandone arbitrariamente i principi e le metodologie, in particolare per quanto concerne la preparazione farmacologica dei medicinali.

Un medicinale, infatti, si può definire ”omeopatico” solo se è stato preventivamente sottoposto ad una rigorosa sperimentazione su uomo sano ad alte diluizioni (e non certamente a dosi ponderali, come a volte viene erroneamente scritto), avendo così prodotto un preciso quadro sintomatologico sperimentale.

Modificare un tale protocollo sperimentale, snatura del tutto lo statuto epistemologico della medicina omeopatica.

 

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Di fatto, oggi, in Italia, sono inscritti nella Farmacopea ufficiale come ”medicinali omeopatici” (autorizzati dal Decreto Legislativo 185 del 1995) molti farmaci che, sia pur diluiti e dinamizzati, non sono mai stati sottoposti ad una preventiva sperimentazione su uomo sano. L’insieme di questi medicinali costituisce una realtà terapeutica che sarebbe più opportuno definire come ”medicina naturale”. Medicina di indubbia rilevanza, ma che non può definirsi in alcun modo come medicina omeopatica.

In attesa, quindi, di una normativa nazionale seria e rigorosa, che faccia chiarezza e salvaguardi la medicina omeopatica hahnemanniana nei suoi principi e nelle sue metodologie sperimentali e cliniche, consideriamo gli importanti dati statistici su riportati con interesse e attenzione, ma sempre con discernimento e capacità di giudizio.

N.B. L’intera documentazione è stata redatta a cura dell’Ufficio Studi SIMOH. Per la stesura del presente documento si ringrazia:

  • EURISPES; ISTAT; DOXA;
  • WHO; L.M.H.I.;
  • Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna; 
  • Royal London Homeopathic Hospital;
  • Società Editrice Universo; European Journal of Health Economics.